Gli aumenti dei tassi di interesse hanno fatto diminuire l’inflazione. Speriamo di essere vicini al punto di svolta in cui le banche interromperanno l’aumento dei tassi e inizieranno a tagliare i tassi
- L’economia statunitense è fondamentale per l’Europa, ma mentre gli USA affrontano una recessione più profonda, la situazione nel Vecchio Continente appare più positiva
- L’Europa ha più risparmi in eccesso costituiti durante la pandemia rispetto agli USA, e anche la domanda inespressa è più elevata. Questo potrebbe spingere i consumatori a spendere più a lungo
- Il calo dei rendimenti obbligazionari statunitensi potrebbe essere visto come un bene (l’inflazione è stata sconfitta) o un male (la recessione è in arrivo). Quest’ultima opzione è più probabile
L’aumento dei tassi di interesse ha fatto scendere l’inflazione. Speriamo tutti di essere vicini al punto di svolta in cui le banche centrali interromperanno i rialzi e inizieranno a tagliare i tassi. Molti osservatori sostengono che solo quando l’inflazione si avvicinerà all’obiettivo del 2% sarà possibile effettuare un cambio di rotta. Tuttavia, la media a 3 anni dell’inflazione negli USA e in Europa si attesta ancora al 5% e forse anche al 7% nel Regno Unito. Affinché l’inflazione cali al 2% in modo più duraturo, deve prima scendere ancora più in basso e stabilizzarsi all’1%, raggiungendo probabilmente un livello persino inferiore nel Regno Unito, visto l’andamento recente. È qui che le autorità politiche hanno fallito negli anni ’70. Solo durante la profonda recessione dei primi anni ’80 l’inflazione è scesa al di sotto del suo tasso storico decennale. Tra le tre aree geografiche, il Regno Unito necessita della recessione più profonda per tornare all’obiettivo d’inflazione. Negli ultimi tre anni ha già esaurito il “margine” decennale del 20% per l’inflazione.