A prima vista il contesto per le azioni sembra buono. La crescita globale sta reggendo, gli ultimi dati statunitensi sono solidi sul mercato del lavoro. Il timore di una stretta creditizia negli Stati Uniti sta svanendo e la questione del tetto del debito è stata risolta. L’inflazione sta diminuendo e, almeno in Europa e negli Stati Uniti, anche l’inflazione core sta scendendo. Molti sperano che i tassi di interesse siano vicini al picco.
Ciononostante, riteniamo che le azioni probabilmente avranno difficoltà nel resto dell’anno. In primo luogo, sebbene i dati sulle buste paga negli Stati Uniti fossero forti, ci sono diversi segnali che indicano una debolezza futura. I dati del sondaggio suggeriscono che le intenzioni di assunzione sono diminuite in modo significativo. Inoltre, alcune distorsioni statistiche sembrano aver rafforzato le cifre recenti, e queste sono destinate a invertirsi nei prossimi mesi. Le società statunitensi hanno subito una compressione dei margini, che in genere porta a tagli di posti di lavoro. La stretta creditizia potrebbe essere stata evitata, ma c’è ancora una stretta creditizia con la domanda e l’offerta di credito sotto pressione. E mentre il contesto dell’inflazione è migliorato negli Stati Uniti, i prezzi del settore dei servizi sono ancora stabili con ulteriori aumenti dei tassi apparentemente necessari affinché la Fed raggiunga e mantenga il suo obiettivo del 2%.
Tutto ciò suggerisce che gli utili societari subiranno una rinnovata pressione. La recente stagione dei rendiconti per le società S&P 500 ha prodotto numeri migliori del previsto, ma tali aspettative erano state fortemente ridotte in anticipo. I guadagni sono comunque risultati inferiori alle attese settimane prima che i numeri venissero rilasciati.
Inoltre, l’aumento dei tassi di interesse reali richiede una valutazione inferiore per le attività di rischio. Il rendimento dei Treasury Inflation Securities statunitensi è ora dell’1,6%, in aumento rispetto al -1% quando la Federal Reserve acquistava obbligazioni nell’ambito del suo programma di Quantitative Easing. Che ora sta andando al contrario. Ma le azioni statunitensi sono tutt’altro che convenienti: il rapporto prezzo/utili per le società S&P 500 è di poco superiore a 20 sia su base finale che prospettica. La nota ascesa meteorica di una manciata di mega aziende tecnologiche ha spinto il mercato complessivo verso l’alto. Per il mercato più ampio, le aspettative sugli utili per il 2023 sono state ridotte, ma gli analisti prevedono una ripresa della crescita a due cifre nel 2024. Sembra molto ottimista.
Per tutti questi motivi, da questo punto di vista adottiamo una visione prudente delle azioni e preferiamo la sicurezza delle obbligazioni. Non vediamo un calo drammatico, ma la forza recente ci sembra esagerata.